Fuoco di Sant'Antonio: cause e trattamento

Fuoco di Sant'Antonio: cause e trattamento

Quello che, comunemente, senti chiamare con il nome di Fuoco di Sant’Antonio è in realtà un’infezione da Herpes Zoster.

Per i genitori di figli in età pediatrica è un virus noto essendo lo stesso responsabile della varicella. E il legame con la varicella è molto importante.

La varicella, infatti, è l’infezione iniziale che diventa fuoco di Sant’Antonio a distanza di anni in seguito a una riattivazione.

Dopo la prima infezione (comune in età pediatrica) il virus rimane dormiente nei gangli nervosi e può rimanere in quella condizione per tutta la vita o riattivarsi in determinate circostanze, dando origine alla comparsa di vescicole ripiene di liquido (oltretutto dolorose).

Il fuoco di Sant’Antonio nella maggior parte dei casi si contrae una sola volta nella vita (meno del 6% va incontro a una recidiva) e il rischio è maggiore con l’aumentare dell’età.

Cause del fuoco di Sant'Antonio

La causa dell’Herpes Zoster è un'infezione virale che provoca la varicella al termine della quale il virus non viene eliminato dal nostro organismo. Rimane dormiente (latente) per poi (nel 10-20% dei casi) riattivarsi.

È interessante sottolineare come di per sé il fuoco di Sant’Antonio, difficilmente, si possa trasmettere.

Sebbene le vescicole contengono il virus e la sua circolazione può essere molto elevata questa diventa responsabile dell’infezione, solamente, nelle persone che non hanno mai avuto la varicella (o non ha fatto il vaccino, che in Italia non è tra quelli obbligatori).

Per cui un soggetto con il fuoco di sant’Antonio può contagiare un’altra persona, ma questa svilupperà la varicella e non l’Herpes Zoster.

I fattori di rischio che possono far riattivare il virus latente portando alla nuova infezione sono:

  • Età (soprattutto dopo i 50 anni)
  • Stress
  • Indebolimento del sistema immunitario

L’infezione è comune nelle persone dopo cinquant’anni in quanto in questa fase della vita sono tante le condizioni fisiologiche e patologiche che portano all’abbassamento delle difese immunitarie.

Sintomi e segni

Il sintomo principale del fuoco di Sant’Antonio è il dolore forte in una parte specifica del corpo.

Dopo il dolore compaiono dei focolai di prurito in diverse parti della zona interessata e nell’arco di 4-5 giorni compare il tipico rash cutaneo.

L’eruzione cutanea è composta prima da chiazze, poi un eritema e, infine, la comparsa delle vescicole (bolle o a grappolo).

La parte del corpo, prevalentemente, colpita è quella all’altezza della vita su un lato del tronco.

In alcuni casi, può manifestarsi anche su un lato del viso, sulla fronte e intorno all’occhio.

Parallelamente, la persona colpita può lamentare:

  • febbre
  • mal di stomaco
  • mal di testa
  • spossatezza
  • brividi

Oltre a essere una condizione dolorosa e fastidiosa il fuoco di Sant’Antonio può dare diverse complicanze, anche molto gravi.

Specialmente nelle forme che si manifestano sul viso il virus può compromettere il nervo che innerva l’occhio (il nervo trigemino) che se non trattato tempestivamente, può danneggiare la vista al tal punto di causare anche la cecità.

Inoltre, può portare anche a perdita dell’udito, dolore e ronzio all’orecchio, vertigini e paralisi parziale del viso.

Nelle forme più gravi e in quelle non trattate si può andare incontro a nevralgia con gravi danni debilitanti.

Trattamenti medici

schiena maschile colpita dal fuoco di sant'antonio

Non esiste una cura vera e propria anche perché il virus guarisce da solo.

Ma essendo una malattia dolorosa e fastidiosa è utile intraprendere rapidamente la relativa terapia farmacologica che accelera la guarigione e riduce l’intensità dei sintomi.

Inoltre, la tempestività con cui si inizia la terapia farmacologica riduce il rischio di complicanze.

Per il trattamento, il Medico prescrive (dopo aver valutato i sintomi e generalmente senza la necessità di ricorrere a esami di laboratorio) farmaci antivirali (famciclovir e valaciclovir) da assumere per via orale (per via endovenosa nei soggetti con compromissione del sistema immunitario).

Una volta iniziata la terapia il dolore regredisce e le lesioni scompaiono nel giro di 3-5 settimane. Le vescicole, invece, solitamente non lasciano cicatrici.

Per il dolore, la febbre e il prurito è possibile ricorrere anche ad analgesici, antipiretici e antinfiammatori.

Rimedi naturali e casalinghi

Trattandosi di un’infezione virale così seria la cura è esclusivamente medica, ma ci sono dei rimedi che è possibile adottare per ridurre il prurito:

  • bagni freschi
  • impacchi con acqua fresca

L’obiettivo è sia quello di lenire il prurito, sia di evitare una sovrainfezione batterica.

Prevenzione e gestione delle ricadute

Prima ancora della prevenzione è importante che le persone infette seguano rigorosi accorgimenti per evitare di trasmettere il virus.

È fondamentale, fino a che non si è completamente guariti, fare attenzione a:

  • non frequentare luoghi pubblici
  • evitare il contatto con persone che non hanno mai avuto la varicella (o non hanno fatto il vaccino)
  • non condividere asciugamani e vestiti

La prevenzione migliore, invece, è e resta la vaccinazione per l’Herpes Zoster. È un vaccino somministrato per via sottocutanea in un’unica dose.

Nel nostro Paese, è gratuito per le persone con più di 65 anni ed è molto raccomandata per chi ha avuto la varicella o soffre di diabete.

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