Come funziona e quando utilizzare il saturimetro

Come funziona e quando utilizzare il saturimetro

L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha avuto un enorme impatto anche e soprattutto nell’ambito medico e clinico. In modo particolare, permettendo la misurazione e il monitoraggio di alcuni valori importanti anche fuori dagli ospedali e dagli ambulatori medici. 

Uno degli esempi più evidenti è quello del saturimetro. Parliamo di quel dispositivo con il quale misurare la saturazione del sangue. 

Più precisamente la saturazione di ossigeno dell’emoglobina nel sangue arterioso periferico. È quel valore che troviamo indicato come SpO2.

In parole più semplici, il saturimetro ci dice, immediatamente, la quantità di ossigeno che i nostri polmoni riescono a trasferire nel sangue. 

È quindi un valore importante della capacità del nostro organismo di rifornire organi e tessuti

Vediamo, però, come si utilizza correttamente il saturimetro e quali sono i valori a cui fare riferimento per evitare falsi allarmi e inutili preoccupazioni. 

Cos’è il saturimetro e come funziona?

Il saturimetro è quel dispositivo a forma di pinza che va posto sul dito indice della mano

Questa superficie traslucida del corpo emette onde di luce di diversa lunghezza (una rossa e una infrarossa). 

Queste onde attraversano il tessuto, e l’emoglobina (la proteina che trasporta l’ossigeno nei globuli rossi), assorbe in maniera differente in base alla quantità di ossigeno. 

In questo modo il saturimetro riesce a restituire il valore utile alla misurazione.

Il display del saturimetro mostra infatti la percentuale di emoglobina satura di ossigeno rispetto alla quantità totale presente nel sangue.

Quando è utile misurare la saturazione?

Questi strumenti medici non invasivi, che abbiamo imparato a conoscere soprattutto durante la pandemia da COVID-19, sono utili, pratici ed economici

Ma hanno il problema che, proprio perché così facilmente accessibili, rischiano di generare confusione e facili allarmismi.

Per quanto importanti, infatti, raramente è il singolo valore di una misurazione a indicare una patologia

Quindi, è utile utilizzare il saturimetro quando:

  • si ha una patologia respiratoria cronica o acuta (asma, bronchite, polmonite)
  • il medico di base ha consigliato di monitorare i valori
  • si soffre di apnea ostruttiva del sonno

Inoltre, misurare la saturazione può essere utile per coloro che praticano sport ad alta quota

In questi casi, infatti, la saturazione del sangue diminuisce fisiologicamente ed è importante controllarla per evitare rischi e problemi.

Come usare correttamente il saturimetro

Perché la misurazione della saturazione sia precisa, e quindi utile, è importante utilizzare correttamente il saturimetro. 

Questi i sei passaggi da seguire:

  1. effettuare la misurazione a riposo, possibilmente da seduti (non da sdraiati)
  2. mettere il saturimetro sul dito pulito (preferibilmente l’indice della mano dominante)
  3. tenere il braccio disteso e appoggiato su una superficie
  4. avere le mani a temperatura ambiente
  5. rimuovere eventuali unghie artificiali o lo smalto (specialmente se di colore scuro)
  6. attendere circa 10 secondi che la misurazione si stabilizzi

È importante anche ricordare che la luce forte, il fumo e gravi forme di anemia possono alterare il segnale e, quindi, la relativa misurazione.

Valori normali e quando preoccuparsi

I valori considerati normali della saturazione di ossigeno sono:

  • 95%-100% - nei soggetti sani
  • 94%-98% - negli anziani

L’assenza di una saturazione del 100% è sostanzialmente normale in quanto c’è sempre una piccola frazione di globuli rossi che non è satura. 

Se invece la saturazione scende sotto il 95% si ha una condizione di ipossiemia che può essere:

  • lieve (91%-94%)
  • moderata (86%-90%)
  • grave (inferiore all’85%)

Come detto all’inizio la misurazione della saturazione non deve essere fine a sé stessa. Va valutata nel proprio quadro clinico. 

Chi soffre di patologie polmonari croniche, per esempio, non solo è normale che abbia una SpO2 minore rispetto a un paziente sano, ma è necessario che la saturazione non sia troppo alta perché potrebbe verificarsi un’ipercapnia, ovvero un eccessivo accumulo di anidride carbonica nel sangue. 

Proprio per non limitarsi ai soli valori numerici è importante monitorare anche i sintomi di ipossia. 

C’è una carenza di ossigeno quando si ha:

  • affanno
  • mancanza di respiro
  • senso di fatica
  • stanchezza e debolezza
  • capogiri
  • confusione
  • disorientamento
  • difficoltà a concentrarsi
  • cianosi
  • aumento della frequenza cardiaca

In molti di questi casi è fondamentale intervenire subito consultando il proprio medico o andando al pronto soccorso.

Quando consultare un medico

L’uso del saturimetro può rivelarsi fondamentale per intervenire tempestivamente in presenza di condizioni che vanno valutate e affrontate esclusivamente da un medico. 

È quindi necessario fare riferimento al personale sanitario se:

  • la saturazione è inferiore al 90%
  • la saturazione è bassa in maniera persistente
  • oltre al valore dell’SpO2 ci sono anche sintomi di ipossia
  • la saturazione è fuori dai valori di riferimento nei pazienti con patologie respiratorie
  • si ha una frequenza cardiaca maggiore di 100 o minore di 40 battiti al minuto
  • se la saturazione non aumenta dopo il ricorso a interventi di base (respirazione profonda)

In condizioni normali per il medico è utile anche avere un quadro sull’andamento dei livelli di saturazione

Per questo può essere utile registrare le misurazioni nell’arco della giornata e prima e dopo particolari sforzi (aver fatto le scale, compiuto un’attività particolare, eccetera) così da fornirgli più informazioni possibili per avere un quadro clinico più completo e dettagliato.

Per qualsiasi dubbio o per ricevere un consiglio personalizzato, puoi contattare il nostro team su WhatsApp, o esplorare la sezione di prodotti scelta dal nostro team. 

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